14 dicembre 2012

Le scelte dell'Europa, la risposta del Centro-sinistra.

di Anna Falcone

Il Partito Popolare Europeo, e i poteri che lo sostengono, hanno indicato in Monti il candidato Premier del Centrodestra alle prossime elezioni politiche italiane. Al di là delle evidenti ingerenze nella sovranità politica del Paese, c'è un dato che non può sfuggire: le alleanze sono già state decise altrove, e Casini, esponente di spicco dei popolari europei e Presidente dell' Internazionale Democratica Centrista, non potrà sottrarsi alle regole dello scacchiere. E' inutile che Bersani si affanni a costruire una coalizione di centro-sinistra che inglobi l'UDC: non ci sono più le condizioni. A meno di non cedere alle sirene di un "governo di salvezza nazionale" che costringa in una grande alleanza gli 'interessi' di certo ceto politico della Sinistra e quelli ben più ingenti dei conservatori e degli iperliberisti europei. In quest'abbraccio le ragioni del lavoro, dell'equità e dello sviluppo sostenibile avranno lo spazio di un cerino.
Nessuno di questi interessi coincide con quelli di una popolazione allo stremo, con il necessario rilancio dello Stato sociale su basi di equità, con l'imperativo economico della crescita. Ognuno di questi punti richiede una radicale "inversione a U" sulle politiche repressive e sperequative messe in atto dall'Europa e dai governi conservatori, piegati alla "fede monetarista" e al dominio del mercato sulla sovranità popolare e l'assetto costituzionale degli Stati democratici.

Per far questo, in Italia, occorre costruire una seria e solida alleanza di Sinistra riformista e forze civiche, che includa partiti e movimenti che si oppongono al proseguimento dell'Agenda Monti. Esiste una politica economica alternativa alla macelleria sociale in atto, fatta di attuazione dei principi costituzionali, di scelte meritocratiche, di trasparenza gestionale, di valorizzazione del patrimonio pubblico e delle migliori risorse del Paese. In extremis, prima di cedere alla Troika, una politica che non abbia paura di applicare la Costituzione e l'art. 43: "A fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale". Anche nei confronti delle imprese strategiche. Anche nei confronti delle banche.

E' su queste scelte, in materia di lavoro, politica energetica e industriale, modelli di sviluppo che deve misurarsi chi oggi invoca l'"interesse generale". Altrimenti rimane il sospetto che, anche a sinistra, la parola responsabilità venga invocata più per mettere paura ai cittadini-elettori, che per costruire un'alternativa di governo migliore e più equa di quella offerta dai vati del turbocapitalismo. Per far questo occorre una classe politica nuova e libera da legami sotterranei con certi poteri, da interessi personali e di carriera prioritari rispetto alle esigenze non solo di salvezza, ma di rinascita civile e democratica del Paese. Agli italiani il compito di prendere il setaccio e iniziare a farne buon uso. E' di quello che i 'responsabili' della prima ora (loro si) hanno una maledetta paura. Ma è tutta loro. Ed è più che giustificata. Non lasciamoci contagiare.

La vera paura di cui dovremmo tenere conto noi è che tutto, gattopardescamente, possa continuare così, complice una legge elettorale che tutti, tutti, hanno voluto mantenere intatta per perpetrare una classe politica inefficiente, spesso impresentabile, e piegata alla "legge del capo", piuttosto che al sindacato e al mandato elettorale ricevuto dai cittadini. La nostra partita di uomini e donne vessati da questa crisi, offesi nei nostri diritti sociali, civili e politici è un'altra, e passa dalla rottura degli schemi e delle menzogne che ancora qualcuno insiste nel propinare all'opinione pubblica. Cambiare si può? No: cambiare di deve. Io ci proverei: vuoi vedere che a salvare il Paese ci si diverte pure?!!

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