Ieri a
Budapest si sono conclusi i lavori del congresso degli attivisti del Partito
del Socialismo Europeo, oggi invece il MSZP (Magyar Szocialista Párt) il partito socialista nazionale, anfitrione
dell’evento che ha riunito nella capitale ungherese tutti i partiti socialisti
europei, ha tutte le carte in regola per finire fuori legge, definito
nella costituzione "associazione
criminale", quindi di fatto perseguibile attraverso processi politici che torneranno di grande d'attualità.
Il 3 marzo scorso il Parlamento di Budapest, presieduto da Viktor Orbàn del Fidesz (partito che in Europa siede tra i banchi del Partito Popolare Europeo), ha cambiato la costituzione grazie a una legge elettorale che permette il controllo di due terzi del parlamento, in un sistema unicamerale, introducendo il principio che la libertà di espressione può essere limitata, esautorando di fatto la Corte costituzionale, definendo come famiglia unicamente il matrimonio ufficiale tra uomo e donna, nuova legge elettorale con obbligo di pre-registrazione in apposite liste, legge contro la libertà di culto,non tutte le religioni saranno riconosciute come tali a pari dignità, bensì soltanto quelle definite come tali dalle recenti leggi del governo, e una discussa riforma universitaria. Il premier aveva promesso che questa riforma avrebbe garantito l'accesso alle università ungheresi a tutti gli studenti con una attenzione agli studenti meno abbienti, invece aumento delle tasse a parte, chi non potrà permettersi gli studi dovrà pagare un prestito allo stato, impedendo la fuga dei cervelli formati grazie allo stato con la clausola di dover rimanere nei confini ungheresi per almeno dieci anni.
Il 3 marzo scorso il Parlamento di Budapest, presieduto da Viktor Orbàn del Fidesz (partito che in Europa siede tra i banchi del Partito Popolare Europeo), ha cambiato la costituzione grazie a una legge elettorale che permette il controllo di due terzi del parlamento, in un sistema unicamerale, introducendo il principio che la libertà di espressione può essere limitata, esautorando di fatto la Corte costituzionale, definendo come famiglia unicamente il matrimonio ufficiale tra uomo e donna, nuova legge elettorale con obbligo di pre-registrazione in apposite liste, legge contro la libertà di culto,non tutte le religioni saranno riconosciute come tali a pari dignità, bensì soltanto quelle definite come tali dalle recenti leggi del governo, e una discussa riforma universitaria. Il premier aveva promesso che questa riforma avrebbe garantito l'accesso alle università ungheresi a tutti gli studenti con una attenzione agli studenti meno abbienti, invece aumento delle tasse a parte, chi non potrà permettersi gli studi dovrà pagare un prestito allo stato, impedendo la fuga dei cervelli formati grazie allo stato con la clausola di dover rimanere nei confini ungheresi per almeno dieci anni.
Non si
tratta solo di un gravissimo strappo europeo, oltre che di una netta divisione
tra popolari e socialisti europei, ma di una riforma che va a colpire ancora
una volta la già complessa situazione economica e sociale ungherese. Una
visione politico economica totalmente antieuropea, nella quale il presidente Orbàn
ha il pieno controllo politico del Parlamento e grazie al suo braccio destro, Gyorgy Matolcs gestisce la Magyar Nemzeti Bank,
la banca centrale ungherese, che ha regalato una supersvalutazione della moneta
nazionale, trascinando il fiorino ai minimi storici relegandolo ancora di più margini
della zona euro.
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